Conca di navigazione a Panperduto

Restauro della conca di navigazione di Panperduto sul Ticino

Progetto e direzione dei lavori di ripristino e rifunzionalizzazione della conca di navigazione sull’opera di presa della diga di Panperduto, per il ripristino della navigazione turistica sul percorso internazionale Locarno-Venezia e per l’Anello Verde-Azzurro di Expo 2015.

L’intervento ha riguardato la ristrutturazione della storica conca di navigazione presente in corrispondenza dell’opera di presa della diga di Panperduto, sul fiume Ticino, che permette di immettersi nel bacino di alimentazione dei canali Industriale e Villoresi accessibili a loro volta da altre due successive conche di navigazione, recentemente recuperate sempre su progetto e direzione dei lavori di Binini Partners.

Il recupero tecnico-funzionale della conca rientra nei programmi di ripristino dei Navigli lombardi, dal Lago Maggiore a Milano, e dell’idrovia Locarno-Venezia che collegava il Lago Maggiore alla laguna veneta attraverso il Ticino, il Naviglio Grande, il naviglio Pavese e il Po.

Si tratta di un importante programma di interventi di riqualificazione delle infrastrutture idroviarie storiche, del paesaggio e del territorio, ai fini turistici e ambientali, avviati e sostenuti dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano, attuati dal Consorzio Est Ticino Villoresi che gestisce l’infrastruttura.

Il sito riveste una notevole importanza storica e ambientale perché le opere di presa di Panperduto costituiscono l’inizio della costruzione del Canale Villoresi, che collega il Ticino all’Adda per l’irrigazione della pianura lombarda a nord di Milano, su progetto dell’Ing. Eugenio Villoresi, realizzato tra il 1877 e il 1890 dalla Società Italiana Condotte d’Acqua, appositamente costituita nel 1880.
Si tratta inoltre di un sito incantevole sotto il profilo ambientale, lungo un’ampia ansa del Ticino, ricco d’acque, boschi e opere storiche, percorsi ciclabili e di navigazione, sede del Museo della Acque Italo Svizzere, ai piedi della cinta alpina con il complesso del Monte Rosa che troneggia sul paesaggio.

Il progetto ha garantito il rispetto dello stato di fatto dei luoghi ed anzi ha recuperato e valorizzato, ove possibile, i manufatti e gli organi di movimentazione meccanica originari, inserendo le nuove tecnologie necessarie a modernizzare e ad automatizzare la gestione e l’utilizzo della conca di navigazione.

La conca presenta una lunghezza di circa 34 metri (con lunghezza utile di 25,0 m), larghezza trasversale utile di 8,0 metri ed un’altezza interna di 3,90 m con una altezza massima di concata pari a 1,4 m ed un tirante d’acqua medio generalmente superiore ai 2,0 metri.