2D TO 6D INTERVISTA TIZIANO BININI – PRESIDENTE DI BININI PARTNERS

PER IL SECONDO APPUNTAMENTO DI GIUGNO DELLA RUBRICA “LA 2D TO 6D INCONTRA”, TIZIANO BININI, FOUNDER E CEO DI BININI PARTNERS, È STATO INTERVISTATO. IL PRESIDENTE HA PARLATO DELLA SOCIETÀ, TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO… E NON SOLO. 

Parlare di Binini Partners oggi vuol dire nominare un’istituzione nazionale e internazionale nel mondo della progettazione. Una fama costruita in quasi 25 anni di attività, quelli intercorsi tra la fondazione dello studio da parte dell’ing. Tiziano Binini ad oggi, passando per significative tappe che hanno portato la sua realtà a diventare una società di architettura e ingegneria che conta un ricco – per numero e competenze – team di professionisti. 25 anni sono tanti, ma diventano importanti solo se quantità fa rima con qualità. Ed è il caso della Binini Partners, appunto, capace di seguire i tempi e qualche volta anticiparli.

Come ci è riuscita e come ci riesce tutt’oggi? Come mantiene fede alla sua mission senza trascurare le nuove esigenze? E, a proposito di nuove esigenze, come nel suo settore intende rispondere a quelle sorte in seguito all’emergenza Covid? Abbiamo chiesto questo e tanto altro proprio all’ing. Tiziano Binini, Founder e CEO di Binini Partners. Ne è nata – a proposito di quantità e qualità – una lunga ma ancor più interessante intervista.

Ing. Binini, se ripensa alla storia della sua società, dalle origini al presente, riesce ad individuare il momento esatto in cui, secondo lei, è stata compiuta quella mossa che si è rivelata poi vincente?
Direi che fin dalla fondazione del mio studio, nel 1996, ho avuto sempre la precisa idea di tenere insieme architettura e ingegneria, paesaggio e infrastrutture, bellezza e competenza. Dai primi lavori importanti, come la sistemazione e l’arredo urbano del Centro storico di Cesenatico e del Porto canale Leonardesco, con le Porte Vinciane e la Piazza Spose dei Marinai direttamente sul mare, le invenzioni tecniche sono andate di pari passo con le soluzioni compositive e di inserimento sul litorale. Arte e tecnica, per una maggiore sicurezza e per la valorizzazione ambientale di un sito straordinario per la vita delle persone. Con esperienze di questo tipo, abbiamo costruito negli anni un gruppo di professionisti con solide competenze multidisciplinari, insieme a giovani talenti, per affrontare la progettazione integrata, anche in controtendenza nel panorama nazionale.

Intervista a Tiziano Binini, Stampa Reggiana, gen/feb 2019, Binini Partners, Società di architettura e ingegneria

Lungo il suo percorso di crescita ed evoluzione, Binini Partners ha incontrato anche i processi di trasformazione digitale che hanno, in qualche modo, cambiato il modo di lavorare: come si è approcciata ad essi e in particolare al workflow BIM?

Mentre il percorso creativo, di ricerca continua e innovazione nella concezione delle opere, fa parte di un metodo consolidato, fondato sull’approfondimento dei temi, sulla revisione critica delle soluzioni, sul confronto tra le competenze, fino a raggiungere l’idea progettuale ottimale, gli strumenti di lavoro debbono essere costantemente i più aggiornati. Questo ha cambiato continuamente i mezzi operativi, sempre più evoluti – come il workflow BIM – che abbiamo imparato ad acquisire e padroneggiare con sicurezza e che costituiscono oggi uno strumento straordinario. Ciò torna utile, in particolare per uno studio come il nostro che ha sempre puntato anche sulla qualità della progettazione esecutiva e sulla corretta preventivazione dei lavori, per impostare gare di appalto affidabili e una buona realizzazione delle opere, senza sorprese e varianti in corso d’opera.

Tra i suoi scopi, la Binini Partners ha quello di “integrare armonicamente infrastrutture e paesaggio”, come si legge sul suo sito web. Quanto e come il Building Information Modeling aiuta in ciò? 

A partire dalla progettazione integrale, architettonica e strutturale in 3D, fino alla sua evoluzione in BIM, oggi è possibile verificare gli impatti sul paesaggio di ogni progetto, fino a simulare la crescita e la trasformazione delle essenze arboree nel tempo, o il trasporto solido e le trasformazioni idrauliche e morfologiche di un fiume come il Po, al variare dell’assetto idrologico di riferimento. Il progettista dispone pertanto di strumenti molto evoluti per armonizzare la progettazione infrastrutturale con il paesaggio, nonché per arricchire il proprio bagaglio di esperienze, anche se sono sempre le sue competenze e la sua sensibilità a guidare il percorso creativo.

A proposito di integrazione tra infrastrutture e paesaggio, la società odierna è diventata sicuramente più sensibile al tema della sostenibilità ambientale. Ha notato gli effetti di questa nuova attenzione in ambito lavorativo rispetto al passato, anche considerando la sua lunga esperienza nel settore? E come la Binini Partners risponde nel suo campo a questa rinata “esigenza”?

Dopo l’impatto drammatico della pandemia da Covid-19, è ancora più forte la richiesta delle persone di vivere e lavorare in un ambiente non solo sostenibile, ma anche sicuro e salutare, per il benessere individuale e collettivo. Sono valori che noi di Binini Partners abbiamo sempre perseguito ed oggi veniamo chiamati a portare la nostra esperienza e le nostre competenze anche nella progettazione residenziale, dei luoghi di lavoro, nel mondo retail e dello sport. Per la ripartenza in sicurezza abbiamo ideato il progetto “uSafe Lab”, un sistema innovativo di moduli prefabbricati per il triage e l’assistenza medica, rivolti all’industria, al commercio, al turismo, all’educazione, alla finanza e allo sport. Oggi parliamo anche di urbanistica post Covid-19, per una Safe City che possa dare valore aggiunto al concetto di Smart City.

La sua società ha lavorato con la 2D to 6D per il progetto integrato dell’ospedale Galeazzi di Milano. Cosa ci può raccontare della collaborazione con il team guidato da Neri Lorenzetto Bologna?
L’integrazione tra le competenze è uno dei nostri valori fondanti e quindi lo scambio di esperienze con realtà dinamiche e innovative come la 2D to 6D è stato e sarà sicuramente molto proficuo anche in futuro. È importante per noi poter disporre di collaboratori e consulenti altamente qualificati durante le varie fasi di sviluppo dei progetti ed è altrettanto utile lo scambio e il confronto tra esperienze specialistiche interne ed esterne per migliorare continuamente la qualità delle prestazioni e degli elaborati prodotti. Binini Partners ha raggiunto un livello di qualificazione che richiede una attenta valutazione dei potenziali collaboratori e con il gruppo di Neri Lorenzetto Bologna abbiamo trovato una particolare sintonia, per l’attenzione all’innovazione dei processi, per la comune passione per il lavoro, per la disponibilità a mettersi in gioco per migliorare continuamente il progetto.

L’ospedale Galeazzi, è detentore del premio CNETO, perché “un progetto flessibile e sostenibile in termini gestionali e ambientali”. Ci può spiegare il punto di forza principale di questo progetto? E quanto e perché, secondo lei, dovrebbe rappresentare un modello replicabile anche altrove?

Il Galeazzi è un ospedale progettato su alcuni principi innovativi come:
– l’adozione di una maglia strutturale a pianta libera, con i nuclei verticali al centro e nei vertici della struttura, a sviluppo verticale, tanto da essere, con i suoi 90 m, il primo esempio di ospedale alto in Italia e l’ottavo in Europa;
– le separazione degli accessi e dei percorsi tra visitatori, personale, outpatients e inpatients, materiali sporchi, puliti e sterili, al fine di garantire il massimo controllo dell’asepsi progressiva e la migliore organizzazione dei percorsi;
– l’impianto distributivo per processi attorno al paziente, in modo da ottimizzare l’utilizzo e l’ammortamento delle tecnologie di diagnosi e cura;
– l’integrazione tra assistenza, ricerca e formazione universitaria;
– la digitalizzazione e l’automazione spinta;
– la sostenibilità ambientale, primo ospedale in Italia candidato alla certificazione LEED Gold V4;
– la realizzazione in soli tre anni e mezzo, dall’avvio del cantiere a settembre 2018, con l’implementazione integrata di tecnologie e arredi, in modo da mettere rapidamente in funzione una struttura moderna ed efficiente; un anno e mezzo di progettazione e tre e mezzo di costruzione, per un totale di circa cinque anni per mettere in funzione un grande ospedale di ricerca e insegnamento. Sono tempi da record in Italia, ma è un obiettivo da perseguire assolutamente anche per la futura rete dei nuovi ospedali post Covid-19.
Si tratta di principi architettonici e organizzativi resi possibili con le soluzioni innovative adottate a livello compositivo, strutturale e impiantistico che ne fanno un ospedale flessibile ed efficiente, condizioni irrinunciabili anche dopo il Coronavirus per l’ammodernamento della rete ospedaliera Italiana.

Sostenibilità ambientale e grandi progetti non si esauriscono solo all’ospedale Galeazzi o al settore della sanità in generale. Binini è una società multidisciplinare: è questa la chiave del suo successo?
In effetti noi crediamo che la capacità di affrontare in team temi anche molto diversi, arricchisca la creatività, la fantasia e la capacità di inventare soluzioni originali. Trovo sbagliata infatti la tendenza attuale a settorializzare le gare di progettazione, cristallizzando e parcellizzando le categorie e i requisiti minimi di partecipazione. Noi siamo a favore di una maggiore libertà di espressione, di una crescita collettiva a livello culturale e tecnico, che possa esprimersi in progetti maturi e socialmente vantaggiosi. Anche questo è un beneficio che ci è consentito dalla forza di una struttura organizzata come Binini Partners, che ci permette di investire in risorse umane e strumentali, di coinvolgere i giovani professionisti e di affrontare esperienze ed occasioni diverse anche a livello internazionale.

Lo abbiamo già un po’ anticipato: nel suo campo professionale, come in tanti altri, è richiesto di stare al passo coi tempi. Con l’emergenza Covid qualcosa è sicuramente cambiato e altro cambierà appena – speriamo presto – tutto sarà solo un lontano ricordo. Quali nuovi bisogni, collegati al suo ambito lavorativo, si presenteranno secondo lei e come la Binini Partners si prepara a rispondere ad essi?
Secondo noi l’emergenza Covid-19 ha messo in luce in modo violento necessità anche prima presenti che riguardano i luoghi per la vita e il lavoro delle persone, dove viene richiesta una maggiore attenzione alla sicurezza, al benessere e alla salute. Pensiamo al modo di abitare e lavorare, alla necessità del verde e di spazi aperti, alla scuola e alla socializzazione, allo sport e al tempo libero. Come per tutte le emergenze, insieme ai lutti, al dolore e alle preoccupazioni che hanno colpito la popolazione mondiale, speriamo che la ripartenza possa costituire l’occasione per investire meglio sulle nostre città e campagne, per la difesa e la sicurezza delle infrastrutture e del territorio, per una maggiore attenzione agli spazi per le persone. Binini Partners si è sempre impegnata su questi temi, che adesso interessano trasversalmente tutti i settori, e oggi ha l’occasione di poter offrire idee e soluzioni consolidate per contribuire a questa nuova stagione per migliorare la vita, la sicurezza e la salute di tutti.

 

Binini Partners ringrazia la 2d to 6d per l’articolo.