Emilio Ambasz riceve il premio alla carriera In/Arch

Binini Partners esprime le più sentite congratulazioni all’Architetto e Designer Emilio Ambasz, professionista esemplare e caro amico della nostra società, con cui recentemente abbiamo avuto l’onore di collaborare all’opera da lui ideata per l’Università di Bologna, intitolata “La Fontana dei Canali Nascosti”, progettata in sintonia con la tradizione bolognese delle fontane pubbliche.

Riconosciuto come precursore e poeta dell’architettura in connubio con la natura, (James Wines lo ha definito ‘il Messia’ di questa visione), ha realizzato opere che, dal Giappone agli USA, passando dall’Italia e molti altri Paesi, rimangono al centro del dibattito sulla poetica e la disciplina progettuale. Ispirate a una sua personalissima filosofia riassunta nella formula Green Over The Grey (‘il verde sopra il grigio’), le sue architetture hanno influenzato alcuni dei più noti nomi dell’architettura contemporanea.

Argentino di nascita, cosmopolita per vocazione e legatissimo all’Italia, Emilio Ambasz riceve il premio alla carriera In/arch, che, per la prima volta nella sua storia, va a un non italiano.

Ambasz – si legge nel verdetto della giuria del riconoscimento dato dall’Istituto nazionale di Architettura -: «Ha sempre messo al centro un’idea concreta di natura, senza ideologismi e fughe in avanti, ma operando concretamente nel ‘fare architettura’ ovvero inserendo già negli anni Settanta ‘architetture e piante’, senza proclami ma nel segno di accostamenti razionali tra ‘natura e artificio’. Sono testimonianza di questa opzione costruttiva l’Ospedale dell’Angelo e la Fondazione Banca degli occhi a Mestre (2007-2008), insieme al progetto Acros Fukuoka in Giappone».

Ospedale dell’Angelo a Chirignago-Zelarino (Mestre), fotografia courtesy of Emilio Ambasz & Associates
Sede della Fondazione banca degli occhi del Veneto a Chirignago-Zelarino (Mestre), fotografia di © Enrico Cano, courtesy of Emilio Ambasz & Associates

«Sono profondamente commosso per questo generoso riconoscimento. Essere il primo straniero a ricevere questo importante Premio è un grande onore», commenta Ambasz, che prosegue con un messaggio agli architetti: «Dobbiamo inventare un’architettura che sia l’incarnazione di un patto di riconciliazione tra natura e costruito. Come architetti e designer dobbiamo creare modelli alternativi di futuro proponendo una vita migliore, per guidare le nostre azioni se non desideriamo perpetuare le condizioni presenti: credo che non sia etico qualsiasi progetto architettonico che non tenti di proporre modi di esistenza nuovi o migliori. Questo compito – conclude – può far vacillare l’immaginazione e paralizzare la speranza, ma non possiamo sottrarci al suo perseguimento».

Riconosciuto come «il primo grande ambasciatore del Made in Italy con la grande mostra, presso il MoMA di New York, 1972, Italy: The New Domestic Landscape», Ambasz ha dato un contributo straordinario alla storia dell’architettura contemporanea.

Le sue opere e la sua perseverante ricerca di una riconciliazione tra uomo e natura sono valsi ad Ambasz innumerevoli premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Solo in questi ultimi mesi, Ambasz ha ottenuto a New York il President’s Award del Consortium for Sustainable Urbanization Prize (CSU) ed è tra i protagonisti della mostra in corso al MoMA (Museum of Modern Art of New York) intitolata Emerging Ecologies.

L’ospedale dell’Angelo visto dall’ingresso della Fondazione banca degli occhi del Veneto, fotografia di © Enrico Cano, courtesy of Emilio Ambasz & Associates

MoMA che, come il Metropolitan Museum (NY), annovera nella propria collezione permanente la seduta Vertebra (1975) – la prima sedia ergonomica automatica al mondo, sviluppata con G. Piretti -, da cui è nata una nuova industria per tutto il settore (Compasso d’oro del 1981), e altri suoi oggetti. Sempre al MoMA, Ambasz, come Curator of Design per il Department of Architecture and Design dal 1969 al 1976, ha organizzato una serie mostre rivoluzionarie, tra cui la già citata, mitica Italy: The New Domestic Landscape (1972) portando alla ribalta mondiale gli oggetti del design italiano. A lui sono state dedicate importanti personali in tutto il mondo, dal MoMA di New York (2 volte) alla Triennale di Milano (2 volte), al Reina Sofia di Madrid, passando per Tokyo, Ginevra, Bordeaux, Zurigo, Chicago, Filadelfia, Città del Messico, San Diego, Saint Louis.

Membro onorario dell’American Institute of Architects e del Royal Institute of British Architects, Ambasz è intellettuale a tuttotondo, architetto, designer e inventore straordinariamente prolifico (con tre Compassi d’Oro vinti e un impressionante palmares di tributi raccolti in tutto il pianeta), artista, narratore e curatore, ha legami strettissimi con l’Italia, in cui soggiorna parte dell’anno. Ospitato a diverse Biennali di Architettura di Venezia, nominato Commendatore ‘Stella al Merito della Repubblica italiana’ nel 2014, per “i suoi contributi alla cultura italiana”, Ambasz ha ottenuto nel tempo prestigiosi premi, importanti riconoscimenti (tra cui una Laurea HC-2021, Università di Bologna-, il Sigillo delle Arti-2021, Università di Urbino-, il IV Compasso d’Oro, alla Carriera-2021, ADI, Premio alla Carriera IN/Architettura 2023 Veneto), autorevoli pubblicazioni e rilevanti collaborazioni con diverse industrie italiane.

La facciata opposta all’ingresso della Fondazione banca degli occhi del Veneto, fotografia di © Enrico Cano, courtesy of Emilio Ambasz & Associates

 

Articolo di Professione Architetto